Perché si festeggia l'8 marzo (Festa della donna)? Ecco perché

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Perché si festeggia l'8 marzo (Festa della donna)? Ecco perché. L'8 marzo di ogni anno ricorre la Giornata internazionale della donna, per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche, ottenute dalle donne.

Le donne cominciarono a chiedere maggiori diritti e tutele già dal 1908, ma la data dell'8 marzo, che tutti festeggiamo, è legata ad una manifestazione avvenuta a San Pietroburgo, in Russia, l'8 marzo del 1917. Come riportato da Wikipedia, le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni che portarono al crollo dello zarismo ormai completamente screditato e privo anche dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della Rivoluzione russa di febbraio. Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell'apertura del III congresso dell'Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la «Giornata internazionale dell'operaia».

La leggenda metropolitana secondo cui l'8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie, avvenuto nel 1908 a New York, è falsa. La tragedia è realmente accaduto, ma è avvenuto il 25 marzo 1911, quando nell'incendio della fabbrica Triangle morirono 146 lavoratori, di cui 123 donne.

In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d'Italia, che la celebrò il 12 marzo, prima domenica successiva all'ormai fatidico 8 marzo. Il simbolo della Giornata internazionale della donna in Italia è la mimosa, che fiorisce tra febbraio e marzo. La prima volta che il fiore venne utilizzato risale all'8 marzo 1946, da un'idea di Teresa Noce, di Rita Montagnana e di Teresa Mattei.

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